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Storia

L'Associazione “Amici dell’Arte” fu costituita con le assemblee del 9 e 16 aprile 1920.
Primo presidente fu il conte Francesco Pallastrelli e consiglieri il sig. Ugo Rancati, prof. Cesare Brighenti, generale Giuseppe Petilli, don Angelo Zecca, signora Piera Faustini (segretario rag. Aldo Ambrogio). Sorsero però alcune divergenze di vedute circa l'attività svolta dal primo Consiglio direttivo e sulle manifestazioni socia1i cosicché questo - di fronte alla palese sfiducia dei soci -, rassegnò circa un anno dopo le dimissioni. Subentrò un Consiglio direttivo provvisorio presieduto dal dinamico ing. Emilio Moranti.

L'Assemblea generale, riunita il 28 ottobre 1921 confermò piena fiducia al nuovo Consiglio, postosi subito su un piano di proficua attività: esso venne rieletto quasi al completo (presidente: Ing. Morandi: consiglieri: avv. Brizzi, prof. Brighenti Rosa, prof. De Giovanni, sig. Giovanni Montanari; tesoriere: rag. Cammi; segretario: rag. Ambrogio). I soci, che nel primo anno di attività del sodalizio erano 70 salirono a 120. 4 giugno 1922 fu pertanto inaugurata la prima sede in due locali a pianterreno di via Sant'Antonino 9, dotata di ottime suppellettili e di riviste e pubblicazioni d'arte a disposizione dei soci. Le pareti della nuova sede furono decorate dai pittori Ricchetti, Arrigoni e Menzio (artista quotatissimo in campo nazionale, insegnante all’accademia Albertina di Torino).

Nell' aprile del 1923 fu affittata una sede più spaziosa, dato l’alto indice di frequenza dei soci, in via Poggiali 29, sempre a pianterreno, ove fu possibile ospitare mostre d’arte e tenere conferenze di alto livello culturale. Il 27 dicembre 1924, data dell’atto di donazione della collezione Ricci Oddi al Comune di Piacenza, segna una tappa decisiva per la sistemazione ambientale dell'istituzione. In essa era infatti contemplata la destinazione di una parte del costruendo edificio della Galleria d'Arte Moderna in via San Siro (progettista l'architetto Arata) all'Associazione “Amici dell’Arte” in uso perpetuamente gratuito.

Dato il successo sempre crescente delle manifestazioni promosse dall’Associazione e dal continuo aumento delle adesioni (i soci, nel 1925, erano saliti a ben 459) gli esponenti del fascismo locale ravvisarono nel fiorente sodalizio una specie di organismo troppo autonomo e libero delle proprie iniziative culturali. Non riuscendo ad impossessarsi colla ragione del sodalizio (il presidente, Ing. Morandi, avversò con tutti i suoi mezzi la proposta di politicizzare l’istituzione) i fascisti intrapresero una subdola opera di denigrazione diretta a mortificare l’appoggio che la cittadinanza dava alle manifestazioni degli “Amici dell’Arte” e che soltanto parecchi anni dopo doveva raggiungere il suo scopo di inghiottire l’associazione.

Il 20 dicembre 1927 fu inaugurata la nuova sede sociale, annessa alla Galleria Ricci Oddi, con la mostra dei pittori Michele, Tommaso e Basilio Cascella, e dei ferrobattuti di Carlo Rizzarda. Il discorso inaugurale fu tenuto da Sabatino Lopez.
A partire dunque dal 1927 le manifestazioni sociali si svolsero nella nuova, spaziosissima sede. Ma gli avvenimenti politici causarono il diradamento nelle file dei soci, ridotti, all'inizio de11930, a 341, e il vuoto pneumatico intorno al presidente, il quale vide con rammarico allontanarsi e simpatizzare (o fingere di simpatizzare) per il fascismo alcuni dei primi membri del Consiglio, che avevano dato impulso allo sviluppo dell’Associazione. E così, ne 1931, anziché cedere passivamente alle sollecitazioni e alle pressioni di porre gli “Amici dell’Arte” sotto l’insegna del regime, il presidente rassegnò le dimissioni dalla carica. Gli succedette l’avvocato Ercole Calda, persona cristallina di dirittura morale sotto la cui presidenza si tenne però un’assemblea del tutto singolare per la storia del sodalizio (anche il Consiglio Direttivo aveva subito l’influenza di quei momenti). L' avv. Calda, che col fascismo aveva già dovuto risolvere questioni di principio ed aveva pubblicamente stigmatizzato la prassi della violenza appellandosi ai valori della libertà democratica, fu perentoriamente invitato a far deliberare la.fusione degli "Amici dell'Arte" con il Circolo di cultura .fascista. Ma alcuni giorni dopo i fascisti, con l’effrazione delle serrature, occuparono violentemente la sede di via San Siro. Raggiunto lo scopo dello stroncamento di un organismo culturale che si era a lungo conservato indipendente ed apolitico, degli "Amici dell'Arte" non si parlò più per lunghi anni e per tutto il tempo della guerra. A guerra ultimata, un gruppo di vecchi amici dell'arte, che sentivano un'inguaribile nostalgia per la gloriosa Associazione, si riunirono intorno al loro antico presiden1e, Ing. Emilio Morandi e, dopo non lievi difficoltà, riuscirono a rintracciare molti dei vecchi soci e riannodarne le file.

Si ripresentò così il problema della sede di via San Siro alla quale la ricostituita Associazione riteneva di aver diritto in virtù appunto della donazione del nob. Ricci Oddi. La legittima pretesa fu dapprima osteggiata dal commissario prefettizio Sezenna prima e dal Consiglio d'Amministrazione della Galleria “Ricci Oddi” poi, il quale ebbe nel prof. Bernardi il suo più arrischiato paladino.

Le pratiche intraprese a suo tempo dall’Avv. Francesco Massari ebbero presso il competente Ministero l'esito sperato: agli "Amici dell'Arte" fu riconosciuta la proprietà giuridica della sede che è ora occupata dal Circolo della Galleria i cui dirigenti hanno tuttavia svolto, a fianco dell'attività danzante, un eccezionale programma culturale (concerti, conferenze, mostre ecc.) sul cui livello e qualità artistica scrisse sulla rivista “Tempo” il noto critico musicale Giulio Confalonieri esprimendo un giudizio estremamente lusinghiero. Quanto al problema finanziario (il solo che può garantire continuità sociale alla istituzione) vi è il cespite costituito dai trattenimenti danzanti.I dirigenti del Circolo della Galleria sono infatti propensi a collaborare, sia sul piano finanziario che su quello culturale (e l’esperienza organizzativa del prof. Giuseppe Montuschi è, a questo riguardo, indiscutibile) con gli “Amici dell’Arte”.
Circa la possibile presidenza del sodalizio, in molti ambienti seri e qualificati è stato più volte proposto il nome dell'ing. Emilio Morandi il quale, come si è visto, ha dedicato gli anni migliori della sua vita e l’entusiasmo della sua giovinezza alle fortune dell’Associazione di cui è stato appunto presidente zelante e disinteressato. L'11 ottobre 1931 veniva inaugurata a Piacenza la "Galleria d' Arte Moderna Nob. Ricci Oddi". Ospiti d'onore il Principe di Piemonte Umberto di Savoia e la consorte Principessa Maria Josè del Belgio. Fu un avvenimento di particolare importanza per la nostra città; tutte le Autorità cittadine vollero essere presenti, e, fatto che fece discutere non poco gli intervenuti, alla cerimonia mancava solamente il munifico donatore. Ricci Oddi, persona troppo schiva e riservata, non volle partecipare alla manifestazione per evitare di essere osannato in pubblico.
Gli intervenuti erano numerosissimi ed i curiosi presenti una folla: fra di loro anche il pittore BOT, che si divertiva contestando l'arte passatista, esposta nella pinacoteca.
La stampa, locale e nazionale, diede grande risonanza all'avvenimento e per diverso tempo i giornali riservarono largo spazio all'apertura della Galleria.
Ma gli "Amici dell' Arte", che a quel tempo raccoglievano tutta l'elite piacentina e contavano più di cinquecento iscritti, da dove avranno assistito alla cerimonia dell'inaugurazione?
Da ormai quattro anni i locali della sede erano terminati e consegnati ufficialmente all’Associazione, mentre la struttura dell'immobile della Galleria era ancora in fase di realizzazione.

I lavori di costruzione, iniziati nel 1925, si protrassero fino al 1931, terminati con l'approntamento della facciata e dell'ingresso principale.
Già nel 1927 Giuseppe Ricci Oddi volle che gli "Amici dell' Arte" avessero una sede definitiva e con il suo innato senso di mecenatismo predispose che i locali da poco terminati, fossero "concessi in uso gratuito all' Associazione Amici dell' Arte e quale sede di essa, in uso duraturo finché tale Associazione sussisterà continuando nell'isplicazione del suo programma così felicemente iniziato e in relazione all'attuale Statuto".
La donazione suscitò scalpore e ammirazione nel mondo dell'arte, non solo a Piacenza ma in tutta la penisola.
Una delle più importanti riviste del tempo, specializzate nel campo dell' Arte, "Cronache d' Arte", diretta da Francesco Malaguzzi Valeri, che si pubblicava a Bologna, nel numero di gennaio-febbraio 1928 riportava la notizia della donazione nella rubrica "Dalle città", dandone notevole risalto.

Ecco il testo:

"PIACENZA -
Il dono di un mecenate. -Si è inaugurata in Piacenza la nuova sede della Associazione degli «Amici dell'Arte», donata con senso di mecenatismo all'Associazione stessa dal cav. Dott. Giuseppe Ricci Oddi, il quale ha voluto che l’Associazione avesse la propria sede accanto alla Galleria d'Arte Moderna, che egli ha donato e per il collocamento della quale sta facendo costruire un grandioso edificio dall'architetto Giulio Ulisse Arata. Si sono intanto inaugurati, essendo ultimati, i locali destinati alla Associazione. L' edificio centrale, che accoglierà la Galleria d'Arte, verrà terminato entro l'anno.
Per dare un'idea dell'entità del dono fatto dal Ricci Oddi alla sua città basterà dire che l'edificio che egli sta costruendo, a sue spese, costerà oltre tre milioni; che la Galleria d'Arte, comprendente opere dei più noti pittori italiani e stranieri, moderni e contemporanei, viene valutata altri tre milioni; inoltre egli ha dotato la Galleria del patrimonio di un milione per poter provvedere ad acquisti successivi."

La festa inaugurale dell'Associazione si è svolta in forma semplicissima, secondo la volontà del donatore. In due sale si è aperta una interessante mostra dei pittori Basilio, Tommaso e Michele Cascella; si tratta di un centinaio di tele, fra le maggiormente significative dei tre artisti abruzzesi. Si accompagna alla mostra una raccolta di ferri battuti di Carlo Rizzarda, di Milano.
Nel grande salone, in istile settecentesco, destinato ai concerti, Sabatino Lopez ha tenuto il discorso inaugurale, magnificando il gesto del mecenate piacentino e illustrando l'opera di divulgazione artistica che hanno compiuto o che si propongono di compiere gli «Amici dell'Arte» ".
La cerimonia dell'inaugurazione della Galleria Ricci Oddi, l'11 ottobre 1931, certamente un gran numero di soci degli Amici dell' Arte l'avranno seguita dai locali della loro nuova sede, situata nella casa comune con la Galleria, che ancora oggi, grazie a Ricci Oddi, hanno la fortuna ed il privilegio di frequentare.
Il donatore merita perciò un profondo senso di riconoscenza, che nessuno dovrebbe dimenticare.

Lino Gallarati